Grazie a progetti che profumano di installazione artistica, Jean Verville ha mostrato il suo credo minimalista che mette insieme arte e archtettura
Attivo dal 2006 Jean Verville è l’architetto canadese che ha fatto molto parlare di sé la scorsa estate, presentando 3 installazioni domestiche testimoni della sua spiccata sensibilità creativa ed installativa. L’arte e l’architettura si uniscono nel suo lavoro in un susseguirsi di suggestioni familiari che sfidano l’interazione tra spazio ed immagine.
Il progetto IN 1 è la trasposizione di un modello rapprestantivo della percezione dell’architetto. Verville ha sperimentato una visione innovativa all’interno delle pareti di un edificio. Come delle matriosche, l’ambiente si apre su un’esperienza architettonica che ne nasconde un’altra. La modalità di esplorazione in situ stabilisce una relazione quasi matematica tra lo spazio ed il corpo.
Se il primo IN1 si basa su una struttura teorica, IN 2 è un progetto in cui il minimalismo monocromo crea illusioni ottiche di movimento tra gli ambienti. Uno spazio commissionato da una coppia amante dell’arte e della cultura contemporanea, e che ha voluto riproporre un design essenziale e pulito.
L’architetto ha saputo trasformare ambienti convenzionali in una serie di stanza austere, caratterizzate dal monocromatismo bianco e nero.
Un effetto ottico che oscilla tra la realtà e l’astrazione
Realizzato a partire dalla scala umana e aderente ai principi del minimalismo, ogni progetto è un ritratto-installazione frutto di uno sforzo collaborativo che riflette le diverse personalità dei suoi occupanti.
Per il progetto IN3 l’architetto ha pensato ad ambienti altamente sofisticati ed astratti. Una serie di spazi che fluiscono l’uno dentro l’altro in una successione sensoriale che trasgredisce ai limiti fisici dello spazio e favorire l’illusione dell’utopia.
Diverse tonalità di grigio, a partire dai soffitti in cemento esposto, e pavimento in legno per interni sobri attraversati da importati strutture in ottone.
Jean Verville utilizza intriganti proposte fotografiche in cui la presenza di una figura allegorica offre una nuova modalità di presentare ed apprezzare dell’architettura. Realizzando un’installazione architettonica che si gioca con eccessi ed esuberanza pur mantenendo la sua firma di un minimalismo.